Concerti

Sogni. Visioni. Allucinazioni

Info

  • Data
  • martedì 19 marzo 2024
  • Luogo e orario
  • 19 marzo 2024 | ore 21:00
    Teatro Sanzio
    Urbino

    20 marzo 2024 | ore 18:00
    Teatro Sperimentale
    Ancona

  • Artisti
  • Jelena Dojčinović
    soprano

    Mattia Dattolo
    direttore d’orchestra

    WUNDERKAMMER
    CAMERATA DEGLI AMMUTINATI


  • Programma
  • Willem Jeths

    The Tell-Tale Heart
    (Il cuore rivelatore)

    Testo di Edgar Allan Poe
    adattato da Carel Alphenaar
    Monodramma per soprano ed ensemble

    Trascrizione per ensemble
    di Fergus McAlpine

    (Prima esecuzione italiana)


    Gustav Mahler

    Sinfonia n.4 in Sol maggiore

The Tell-Tale Heart eseguito da Wunderkammer Orchestra-Camerata degli Ammutinati per la direzione di Mattia Dattolo è la prima esecuzione italiana del monodramma per soprano ed ensemble di Willem Jeths. La versione da camera dell’opera è stata realizzata dal compositore e direttore d’orchestra Fergus McAlpine. Il testo del libretto è tratto dall’omonimo The Tell-Tale Heart (Il cuore rivelatore), dalla raccolta Racconti dell’Orrore di E. A. Poe del 1843. Nel racconto una persona, di cui non è definito il sesso, uccide brutalmente l’anziano vicino di casa, perché ossessionata dal suo occhio simile a quello di un avvoltoio, e ne nasconde il corpo smembrato sotto le assi del pavimento della camera da letto. Il giorno dopo riceve la visita di tre poliziotti, allertati dai vicini di casa, in allarme per i rumori sentiti nella notte. L’omicida conversa amabilmente coi poliziotti, finché un tintinnio sempre più forte non invade la stanza. Pensando sia il cuore della vittima, che non ha mai smesso di battere, e che anche i poliziotti lo sentano, confessa. Willem Jeths ha trasformato il racconto in un monodramma per soprano e orchestra affidando l’adattamento per libretto d’opera al drammaturgo Carel Alphenaar – spinto da un’inconscia identificazione: l’occhio da avvoltoio dell’anziana vittima rappresenta “l’occhio tentatore del modernismo”, una spiacevole compulsione da affrontare. Jeths permette all’intuizione di prevalere sul pensiero sistematico, supera lo scisma tra tonalità e atonalità, accettando nel profondo che un compositore semplicemente debba far propria la tradizione dei suoi predecessori e che ciò risuonerà inevitabilmente nella musica. Il testo termina con l’assassino che impazzisce e confessa il crimine: uno stato d’animo in cui si riconosce l’artista alle prese con una battaglia coi propri fantasmi, un conflitto interiore impossibile da risolvere definitivamente. Ma proprio da questa tensione nascono i più grandi capolavori.

La Quarta Sinfonia conclude il Ciclo delle Sinfonie di Mahler, che impiegano Lieder tratti da Des Knaben Wunderhorn, e la prima fase della produzione sinfonica del compositore, definita ironicamente da Mahler stesso la sua “Tetralogia”. Non è casuale il riferimento a Wagner, compositore amatissimo da Mahler: con le prime quattro Sinfonie quest’ultimo dà voce a una concezione della musica fortemente condizionata dall’opera wagneriana, in cui predomina la visione dell’Artista come colui che, pur isolato dalla società, si fa portavoce di un’utopia di riscatto morale e sociale, drammaticamente destinata alla sconfitta. Nelle prime sinfonie di Mahler emergono anche influenze differenti (Beethoven, Bruckner, R. Strauss, ma anche le canzoni popolari o le marcette militari del tempo), che si fondono con elementi provenienti dall’ambiente culturale e familiare in cui Mahler visse e con le sue stesse esperienze biografiche. La Quarta Sinfonia costituisce un caso esemplare: in essa infatti ricorrono molti dei fattori che caratterizzano la musica di Mahler, dalla pluralità e la mescolanza di stili con influenze provenienti tanto dalla musica “alta” quanto da quella popolare o di consumo, all’ironia, alla sovrapposizione di stati d’animo contrastanti e le brusche svolte espressive, le autocitazioni e le citazioni stilistiche, le reminiscenze interne tra i singoli movimenti della Sinfonia e l’irruzione improvvisa del mondo esterno, cioè di sonorità tratte dalla vita reale (i sonagli che compaiono nel primo e nell’ultimo movimento della Quarta), il mondo dei ricordi, deformato dalla distanza temporale, lo slancio ideale e l’abbattimento disperato, l’esaltazione utopica e l’angoscia della sconfitta. 

WILLEM JETHS 

È nato il 31 agosto 1959 ad Amersfoort, in Olanda. La sua formazione inizia alla School of Music di Amersfoort, dove studia pianoforte e composizione con P. Seelig. Dal 1980 al 1982 studia Educazione Musicale al Conservatorio Sweelinck di Amsterdam, consegue il diploma in Composizione al Conservatorio di Utrecht con H. Kox e T. Keuris, e si laurea nel 1988 con il Premio per la Composizione. Studia anche Musicologia all’Università di Amsterdam, e si perfeziona con un Dottorato sulla compositrice e direttrice d’orchestra E. Kuyper (1877-1953). Jeths ha composto musica orchestrale e da camera, canzoni e tre opere: Hôtel de Pékin (2007), The Tell-Tale Heart (2018), Ritratto (2019). La sua musica è frutto di un lavoro meticoloso sugli effetti timbrici e dell’innesto di suoni inusuali: strumenti giocattolo, vetri che si rompono, acqua che scorre. Nelle sue composizioni attinge dal passato e cerca, sperimentando, di arricchirlo. “La mia musica indaga gli estremi: la purezza rigorosa fronteggia la distorsione”.  

Jelena Dojčinović
soprano

Nata a Lachen, Svizzera, da genitori serbo-bosniaci, ha completato il Master da solista all’Hemu di Losanna nel 2020, con F. Gindraux. Interprete poliedrica, si è esibita nei ruoli di Mimì (La bohème) e Agathe (Der Freischütz ) con l’orchestra ZHdK, Fiordiligi (Così fan tutte), Violetta Valery (La traviata) con l’orchestra sinfonica Kanton Schwyz; ha rivestito quest’ultimo ruolo anche nel concerto finale della masterclass Belcanto con i Maestri A. Rossi e B. de Simone, all’Opéra de Wallonie.

Nel giugno 2019 si è esibita nelle Canzoni popolari di E. Grieg e Knoxville: Summer of 1915 di S. Barber con l’Orchestre dell’Hemu nella BCV Hall di Losanna; con il pianista J. P.Clerc ha composto un album di canzoni classiche nella sua lingua, Jezik Srca / Lingua dell’amore. Si esibisce regolarmente con il fisarmonicista N. Tulić nelle Sevdalinke, canzoni d’amore tradizionali bosniache. Nel gennaio 2023 ha preso parte al programma Migrating voices al Beyeler Museum, con la coreografa L. Peisinger. Ha vinto borse di studio presso le Fondazioni svizzere Friedl Wald Lyra e il secondo Premio del Pubblico 2022 e 2023 del Rotary Club Pesaro. 

MATTIA DATTOLO
direttore d'orchestra

Classe 1999, si laurea in Beni Culturali all’Università di Bologna, consegue il Diploma in Direzione d’Orchestra all’Accademia Pianistica di Imola e il Diploma Accademico di Primo Livello in Composizione al Conservatorio Verdi di Ravenna. Si perfeziona con le Masterclass di T. Levitina per il pianoforte, D. Renzetti, R. Frizza, per la direzione d’orchestra e C. Boccadoro, S. Sciarrino, P. Marzocchi, M. Montalbetti, W. Jeths per la composizione. Attualmente frequenta il Biennio di Composizione al Conservatorio Verdi di Ravenna e il Corso di Laurea Magistrale in Musicologia e Beni Musicali a indirizzo Composizione e Direzione d’Orchestra all’Accademia di Imola. Sue composizioni sono eseguite in importanti rassegne. Con P. Marzocchi ha partecipato al progetto Scene di un Inferno nel XXI secolo, in collaborazione con P. Fresu, con l’Accademia Nazionale di Danza e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Nel 2023 ha ricevuto una commissione dal 48° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Come direttore d’orchestra si esibisce in varie rassegne, tra le quali Ravenna Festival, Festival di Musica Sacra di Pordenone, Imola Summer Festival. Nel 2021 dirige l’orchestra della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna, in occasione della rassegna Un Teatro in Comune, nel 2023 l’opera Perseo e Andromeda di S. Sciarrino per la Sagra Musicale Malatestiana di Rimini.

Dal 2022 è direttore e compositore della Camerata degli Ammutinati, Divisione Progetti Sperimentali della Wunderkammer Orchestra di Pesaro.