Info
- Data
- sabato 25 maggio 2024
- Luogo e orario
Pesaro - Chiesa dell'Annunziata
ore 17.30
- Programma
F.Chopin
Barcarola in Fa# maggiore op.60
Sonata n.2 in Sib minore op.35A. Skrjabin
24 Preludi op.11
Nell’inverno del 1838 F. Chopin si trova alla Certosa di Valldemossa, sull’isola di Maiorca. Le continue piogge minacciano di aggravare il suo stato di salute, la natura selvaggia dell’isola invernale gli fanno tornare alla mente una marcia funebre composta l’anno precedente. Decide allora ampliarla, di comporvi attorno una Sonata. Nasce così una delle opere più intime della sua produzione artistica, diretta espressione della sua interiorità e vissuto. Scrive Robert Schumann: “Così comincia e così finisce: con dissonanze, attraverso dissonanze, nelle dissonanze. Eppure quanta bellezza nasconde anche questo pezzo! Chopin non scrive affatto quel che si potrebbe avere da altri: rimane fedele a se stesso". La sonata culmina su un Presto conclusivo, un flusso di coscienza ricorsivo, inconcludente, avulso da qualsiasi logica formale.
Il romanticismo è un Giano bifronte, da un lato si rivolge all’animo e al vissuto dell’artista, dall’altro gli volge le spalle tendendo a una lontananza utopica, nostalgica, futura. Nel 1846, a tre anni dalla sua morte, stremato fisicamente e moralmente dalla malattia Chopin scrive una Barcarola. Lo sguardo è rivolto all'altrove, Venezia e le sue nebbie da un lato, dall'altro la serena dissoluzione delle prassi compositive imperanti, in un finale profetico che reinventando le grammatiche armoniche pone le basi della musica Fin de siècle.
La fine del secolo, figlia del romanticismo, ne eredita e amplifica le contraddizioni intrinseche. L'onda dello sperimentalismo timbrico e armonico genera potente risacca, uno sguardo avvilito verso un'epoca sempre più lontana di certezze deluse. In questo contesto A. Skrjabin si rivolge al capostipite Bach, scrivendo tra il 1888 e il 1896 24 preludi, uno per ogni tonalità. Bach fece la stessa cosa nel 1722, volendo dimostrare la superiorità del temperamento equabile su ogni altra forma di accordatura, una conquista fisica-acustica che segnerà i tre secoli a venire. Nel 1888 non c'è nulla da dimostrare, quello di Skrjabin è un giocare all'illuminismo, quasi una rievocazione storica. Il compositore dedica la sua intera adolescenza a una poetica dell'illusione, al rigore sistematico di un atto fondamentalmente inutile, una corazza anacronistica per proteggersi dal progressivo crollo di ogni certezza.
Michele Fontana
Alessio Löwenthal
Nato a Fano nel 2002, inizia lo studio del pianoforte all’età di 6 anni con la M° Irene Ricci, per poi iscriversi al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro sotto la guida dei M° Giovanni Valentini e Antonella Giammarco, con la quale si laurea con lode e menzione d’onore.
Allievo del M° Enrico Pace e del M° Andrè Gallo all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, si esibisce in recital solistici e cameristici in Italia e all’estero.
E’ risultato vincitore in più di 20 concorsi internazionali, tra i quali: "Giulio Rospigliosi di Lamporecchio”, “Città di San Donà di Piave”, “Città di Pesaro”, “Andrea Baldi” di Bologna, “Città di Riccione”, “Humberto Quagliata” di San Giovanni Valdarno, “Città di Piove di Sacco”, “Città di Albenga”.
Ha frequentato Masterclass di pianoforte con i Maestri Lucchesini, Jean François Antonioli, , Jin Ju, Roberto Giordano, Christa Sabine Butzberger, Benedetto Lupo, Paolo Bordoni, Ingrid Fliter, Franco Scala, Igor Roma.
Info e biglietti
€ 18,00 intero - € 15,00 ridotto soci WKO - € 10,00 Under 18 - € 3,00 under 12 e courtesy tickets
https://www.vivaticket.com/it/ticket/alessio-lowenthal-pianoforte/233519?culture=it-it